Infertilità idiopatica e interruzione spontanea di gravidanza
Perdere il figlio al terzo mese di gravidanza
Perché accade e cosa si può fare?
Purtroppo accade spesso: la maggior parte degli aborti (80%) avviene nei primi 3 mesi di gravidanza.
Si può dire che, statisticamente, la maggior parte degli aborti totali (85%) è causata da alterazioni fetali, la rimanente parte (15%) da problemi di salute materna.
Un simile evento può essere determinato da una pluralità di cause che possono agire separatamente o in maniera contestuale. Per queste ragioni, prima di progettare una gravidanza dopo un aborto spontaneo è opportuno rivolgersi al medico che potrà accertare quale sia stata la causa determinante – qualora questa sia individuabile – e definire in maniera corretta le precauzioni da adottare e le tempistiche più opportune per una nuova gestazione.
Le cause dell’aborto spontaneo: le anomalie cromosomiche
Le cause che hanno determinato un aborto spontaneo possono essere molteplici e agire sia in maniera separata, sia contestualmente. In molti casi risulta difficile giungere a un’individuazione certa del fattore scatenante di un tale evento. L’incidenza statisticamente più frequente sull’interruzione di una gravidanza è determinata dalle anomalie cromosomiche o genetiche. Queste, secondo recenti statistiche, sono rintracciabili nel 50%-70% dei casi di aborti spontanei nel primo trimestre e nel 5%-10% di tutte le gravidanze. La maggior parte delle anomalie riguarda il numero di cromosomi, mentre il 6% è riferibile alla struttura degli stessi. Nella prevalenza dei casi queste anomalie sono di natura ereditaria. Qualora prima di una gravidanza sia scoperta l’incidenza ereditaria di questi fattori, la scelta più opportuna per portare avanti una gestazione può essere la fecondazione assistita mediante ovodonazione. I nostri ricercatori, infatti, in uno studio recente hanno dimostrato come una selezione accurata della donatrice possa contribuire a ridurre i tassi di aborto spontaneo e di non riuscita dell’impianto dell’85%. L’ovodonazione con un matching genetico fra donatrice e ricevente si può rivelare anche la soluzione più opportuna per progettare una gravidanza dopo un aborto spontaneo.
Le altre cause di aborto spontaneo
Un’altra causa molto rilevante dal punto di vista statistico è quella immunologica. In particolare, secondo dati recenti, i diisordini immunologici sono in grado di intervenire in circa il 60% dei casi di aborto ricorrente. In questi casi, spesso, si parla di “autoimmunità”, ossia della perdita di tolleranza del sistema immunitario rispetto agli antigeni presenti sulle cellule dell’organismo al quale appartiene. Un’altra causa di aborto spontaneo può essere rappresentata dalle anomalie strutturali dell’utero e in particolare dal cosiddetto “utero setto”. Questa malformazione congenita della cavità uterina si caratterizza per la presenza di tessuto fibroso che divide la stessa in due parti. In questa ipotesi è possibile, comunque, una correzione chirurgica che può permettere di progettare più serenamente una gravidanza dopo un aborto spontaneo. Fra le altre cause ricorrenti di un’interruzione di gravidanza è possibile anche annoverare le trombofilie, ossia le alterazioni ematologiche, acquisite o genetiche, caratterizzate da un’ipercoagulabilità. In particolare, la maggiore coagulabilità del sangue materno può incidere su eventuali trombi a livello del distretto placentare. Fra gli altri fattori che possono incidere su un’interruzioe di gravidanza è possibile anche annoverare l’inadeguato rilascio di progesterone da parte del corpo luteo . Fra le altre cause di rilievo, va sottolineato come la Sindrome delle ovaie policistiche rappresenta l’alterazione endocrina più frequentemente collegata ad episodi di aborto spontaneo. L’interruzione della gravidanza può anche essere determinata da un’incontinenza cervicale, che si verifica quando il collo dell’utero tende a dilatarsi molto precocemente rispetto al periodo previsto per il parto e, di conseguenza, può portare all’espulsione del feto.
Cosa si può fare
Alcuni di questi casi, in cui la fertilità non dipende da anomalie cromosomiche ed è accompagnata da altri segni che indicano difficoltà circolatorie, come gambe pesanti, piedi freddi, disturbi funzionali gastroesofagei (DFGI), lombalgia catamenuiale caratterizzata da NSR lombare di gruppo (disfunzione articolare di tipo osteopatico), possono essere trattati con Medicina non convenzionale osteopatica.
Il trattamento, preceduto dalla valutazione Medica e Osteopatica che ne accertano l'indicazione, è rivolto alla decongestione del tratto toraco-lombo-pelvico mediante una sequenza di manovre apposite, programmate e definite nelle due sedute previste dal Metodo Solere-Reequilibration Fonctionnelle.
Dove è possibile ricevere la terapia per l'infertilità idiopatica?
Questo tipo di trattamenti non rientra tra le terapie generalmente contemplate dalla procedura Medìca classica, quindi è raro trovare un Medico specialista che lo conosca e possa prescrivere in scienza e coscienza. Gli operatori qualificati REF-Methode Solere operano in tutta Europa ed in Italia l'Assoociazione è condotta dal Dr. R. Vaccaro che ha prodotto varie pubblicazioni a questo ed altro riguardo. In Lombardia, Provincia di Brescia, in località Orzinuovi è possibile prenotare un consulto presso la Studio Salute e Natura del Dr. A. Lauri, Fisioterapista osteopata REF.